Matteo Salvini annuncia una manifestazione della Lega il 4 novembre a Milano: "Difenderemo i valori occidentali con Oriana Fallaci"

“O Capitano! Mio Capitano! Il nostro viaggio tremendo è terminato la nave ha superato ogni ostacolo, l'ambìto premio è conquistato…………………….”

Mio Capitano! Mai le parole di questa poesia sono state più precise ed adeguate, hai conquistato il premio, hai 4 anni per riscuotere la ricompensa, il tempo ti è amico. Perché devi andare a pescare in un mare tempestoso  a te sconosciuto?

Oriana Fallaci, della quale richiami una presunta condivisone di vedute riguardo i popoli arabi,  é materia delicata  riservata ad un pubblico predisposto alle argomentazioni erudite. La Nostra poteva scrivere e dire ciò che voleva perché le cose che scriveva e diceva le aveva vissute  come corrispondente di guerra  in prima persona,  direttamente con le persone che aveva avuto l’opportunità di intervistare: Khomeini e Gheddafi,Robert Kennedy, il Dalai Lama, Sandro Pertini, Giovanni Malagodi, Ugo La Malfa, Giancarlo Pajetta, Deng Xiao-ping, Ariel Sharon…… e tanti altri.

Cosa aveva capito la Fallaci dei popoli arabi e della loro cultura?

Perché ha scritto quello che ha scritto, anche con tono greve, che ingenuamente alcuni considerano un manifesto anti arabo?

Oriana aveva centrato il cuore del ragionamento, noi occidentali non riusciremo mai a giustificare il “pathos” dei popoli arabi se continuiamo ad affrontare il problema con il nostro modo di ragionare. Per la Fallaci, continuando sulla strada della tolleranza e del dialogo, si correrebbe il rischio concreto di spianargli la strada e persino di spalancargli la porta e farli accomodare in casa. In casa nostra, sottolinea con l'orgoglio la scrittrice toscana, e soffre per lo scempio di ambulanti, mendicanti e prostitute liberi di deturpare con la loro presenza lo scenario dei più bei monumenti italiani. Ma non è colpa loro.

Edgar Morin il grande filosofo della complessità moderna ci aiuta a capire: “una società è prodotta dalle interazioni tra individui, ma queste interazioni producono una totalità organizzatrice che retroagisce sugli individui per co-produrli come individui umani. Perché essi non sarebbero tali se non disponessero dell’educazione, del linguaggio e della cultura. Il processo sociale è allora un anello produttivo ininterrotto nel quale, in qualche misura, i prodotti sono necessari alla produzione di ciò che li produce” Edgar Morin “ Le sfide della Complessità” Feltrinelli

I popoli arabi, in estrema sintesi, e le nazioni arabe che li  ospitano non possono, secondo Morin, che produrre questi arabi, così come questi arabi non possono  per cultura, linguaggio ed educazione che produrre sistemi sociali, monarchie o repubbliche, come sono ora organizzate.

La Fallaci ci dice che così non si può proseguire, quello di cui c’è bisogno è una totale rilettura degli strumenti, prima culturali e poi operativi, per trovare il metodo con il quale entrare in contatto con il mondo arabo che cresce e si sviluppa con modelli totalmente difformi dal nostro sistema culturale e sociale.    

Come fare? E’ la grande domanda dei nostri tempi: “In un'epoca di desolato disordine e assenza di senso” THOMAS  MANN

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